Vittorino Curci vive a Noci dove è nato nel 1952. È poeta, musicista e pittore. La sua formazione artistica si sviluppa negli anni Settanta all’Accademia di Belle Arti di Roma, città in cui espone i suoi primi lavori di arte concettuale alla Galleria Jartrokor diretta da Sergio Lombardo. Nel ‘79 viene inserito nell’8a Antologia Ipersperimentale Geiger, a cura di Adriano Spatola, e successivamente inizia a collaborare con la rivista TamTam e partecipa a diverse iniziative promosse dallo stesso Spatola in Italia e all’estero.
A cominciare dalla seconda metà degli anni Ottanta dà corso a una lunga serie di collaborazioni con musicisti jazz d’avanguardia. In questo periodo realizza numerose performance di forte impatto teatrale in cui utilizza oggetti scenici, attori, musiche originali e scenografie d’avanspettacolo (con forti reminiscenze delle serate futuriste). Nel ’94 è tra i fondatori a Reggio Emilia del Gruppo di poesia sonora Baobab.
Attualmente, pur dedicandosi molto a una scrittura di ricerca con forti ascendenze surrealiste, a livello performativo ama esibirsi in più discreti reading poetici – nei quali esegue anche partiture sonore – insieme con piccole formazioni musicali oppure, in completa solitudine, accompagnandosi con un sassofono.
Nel 1999 ha vinto il Premio Montale per la sezione “Inediti”. Sue poesie sono apparse su Nuovi Argomenti.
In campo musicale è presente in circa 50 album, ha fondato e diretto l’Europa Jazz Festival di Noci (1989- 2000), ha promosso gli incontri e le sedute di improvvisazione del collettivo A Bao A Qu (1996-1999), ha
collaborato con numerosi musicisti italiani e stranieri tra cui Carlo Actis Dato, Conny Bauer, Peter Brotzmann, Eugenio Colombo, Charles Gayle, Peter Kowald, Sergej Kuryokhin, Steve Lacy, Joelle Leandre, Gianni Lenoci, Marcello Magliocchi, Sabir Mateen, Pino Minafra, Louis Moholo, Maggie Nicols, Maresuke Okamoto, Roberto Ottaviano, Sakis Papadimitriou, Evan Parker, William Parker, Ernst Petrowsky, Ernst Reijseger, Antonello Salis, Mario Schiano, Gunther Sommer, Keith Tippett e Bruno Tommaso.
Personaggi stilizzati che popolano quadretti dai colori vivaci su sfondi monocromi che si integrano con cose, animali che fissano situazioni ordinarie dal risvolto farsesco, a tratti onirico. A completamento dei dipinti vi sono inserzioni di scritte che seguendo la medesima dialettica delle immagini passano dallo slang dell’inglese all’ idioma dialettale, attraversando ponti di parole licenziose per approdare a riferimenti di cronaca e più profonde annotazioni di carattere esistenziale. Disegnare male, “drawing badly” e indicare il giusto modo di agire “in the right way”, come indica il titolo della mostra sottolinea l’ottica dell’autore di voler sovvertire regole e schemi precostituiti dell’arte e del messaggio che ogni artista vuole lasciare.
Eventi organizzati da: EUTOPIA ARCI Via Montecassino,14 Galatina