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Il Museo Civico

Museo Civico Pietro Cavoti

Il museo, istituito nel 1936 e intitolato all’illustre galatinese Pietro Cavoti, conserva una preziosa collezione di opere di artisti e studiosi galatinesi e attraverso memorie storiche e una galleria di personaggi celebri, illustra la storia della Città di Galatina.

 Il Fondo più cospicuo è quello del professore Pietro Cavoti (1819/1891) che proprio nel collegio degli Scolopi, insegnava Francese e Disegno. Un uomo a dir poco originale, indossava sempre un cappello con larghe falde, un impermeabile tre quarti, custodendo sotto il braccio la sua immancabile cartella. Nonostante il suo caratteraccio, incantava tutti con il suo Sapere. Studioso di arte, architettura e storia, si prodigò per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale e archeologico. Fu il primo ad avviare i progetti di restauro della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria.
 
Nel museo, tra i suoi numerosi lavori, si possono apprezzare le incantevoli miniature realizzate con grafite e china e minuziosamente dettagliate, i dipinti acquerellati, le sferzanti caricature anticlericali, i taccuini di viaggio realizzati durante i suoi continui spostamenti per l’Italia, preziosi per le osservazioni e per la indiscutibile perizia nel disegnare qualunque cosa ritenesse rilevante. E’ grazie a lui che oggi si ha testimonianza di monumenti non più esistenti. Di grande interesse, per gli studiosi e i ricercatori è il ricco epistolario e la fitta corrispondenza che il Cavoti ebbe ad intrattenere con i numerosi personaggi dello scenario locale e nazionale del mondo dell’arte, della cultura e della politica del suo tempo.
Il Museo Civico

Insieme al Fondo Cavoti, il patrimonio del museo, vanta un’altra collezione degna di nota che è quella dello scultore Gaetano Martinez (1892/1951). Il museo conserva oltre quaranta opere: un numero considerevole, che non ha eguali in Puglia! Di questo artista autodidatta, che ha vissuto ed operato tra Galatina e Roma, sono presenti opere rappresentanti quasi tutti i periodi della sua attività artistica, tra le più suggestive “Il Caino” del 1922, una rappresentazione realistica del fratricida, come egli stesso la definì. 

Seppur i rapporti con la propria città natale non furono dei migliori, lui amò profondamente Galatina, tanto da donare, durante gli anni Trenta, alla sua Città, quasi tutte le sculture presenti nel museo e fu proprio grazie al suo contributo che si costituì il primo nucleo della collezione museale.
Fu un artista molto stimato dalla critica del tempo, seppur sconosciuto al grande pubblico. Ricevette diversi premi ed onorificenze e partecipò alle principali mostre italiane, tanto che nel 1942 ebbe una personale alla Biennale di Venezia. Artista rivalutato nell’ultimo ventennio, grazie anche ad una critica positiva da parte di critici come Vittorio SgarbiGiancarlo Gentilini e Federica Riezzo.
Il Museo Civico

Di particolare interesse è sicuramente la galleria dedicata al Tarantismo attraverso le suggestive tele del Maestro Luigi Caiuli, memoria artistica del fenomeno e le straordinarie fotografie di Franco Pinna, che collaborò con l’antropologo Ernesto De Martino, uno tra gli studiosi più importanti di questo fenomeno e che proprio al tarantismo dedicò un suo celebre libro La Terra del Rimorso (1961). 

Nel Museo sono raccolte numerose memorie storiche della Città, come ad esempio antiche pergamene; una ricca pinacoteca con oltre trenta tele databili tra il XVII e il XX sec.; una sezione archeologica con reperti risalenti al periodo messapico; alcuni dettagli e decorazioni architettoniche di palazzi civili e di edifici religiosi galatinesi oggi non più esistenti; una divisa della Guardia Reale Borbonica ed ancora una galleria di personaggi illustri, dall’On. Nicola Bardoscia  al Maestro Giuseppe Lillo, dal Tenente Pilota Fortunato Cesari, Medaglia d’oro, al quale è intitolato l’aeroporto militare all’Avv. Carlo Mauro, paladino dei diritti dei lavoratori e in particolare dei contadini. 
 
Una sezione del museo è dedicata all’arte contemporanea che vede, tra i diversi autori presenti, lo scultore Umberto Palamà (1912/1995). 
L’intero patrimonio museale è composto per la maggior parte da donazioni di privati fatte pochissime eccezioni come L’elemosina del 1867, del pittore Gioacchino Toma (1836/1891), acquisita nel 2006.
 
Testo di Silvia Cipolla 

Altre info: qui
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