Ubicazione e Datazione
La chiesa sorge fuori le mura, su piazzale Bianchini, angolo via Vito Vallone. Il piccolo piazzale, che oggi costeggia la chiesa dalla parte del lato sud, deriva la sua denominazione dalla presenza medesima degli Olivetani che, vestiti di bianco, venivano così indicati, con il nome di Bianchini, dai Galatinesi. Da questo piazzale parte via Bianchini che conduce ancora oggi a Soleto.
E’ appartenuta al complesso conventuale dell’ordine monastico degli Olivetani, i cui inizi risalgono al 1507.
Come si è avuto modo di dire altrove, trattando della presenza degli Olivetani a Galatina, questa chiesa dagli stessi Padri venne chiamata di Santa Caterina Novella per distinguerla da quella già esistente di Santa Caterina d’Alessandria. Oggi è sede parrocchiale sotto l’intitolazione di San Biagio. Ed è sede altresì delle confraternite laicali di San Biagio e della Sacra Famiglia.
Impianto e Prospetto
E’ di classico impianto cinquecentesco, a tre navate, con un pròtiro non più esistente. L’impianto della chiesa a tre navate è quello classico del Cinquecento, anche se tutta la costruzione della chiesa come noi oggi la vediamo è più tarda e risale agli inizi del Seicento.
Il pròtiro in questione sembra essere costituito da un vero e proprio pòrtico che si estendeva per tutta la larghezza, e andando anche al di là, del fronte della navata centrale della chiesa, come lascerebbero supporre le tracce residue del triplice arco che tuttora si notano sulla facciata, tutta in pietra leccese. Da notare che il portale della chiesa, riccamente intagliato, non è in asse con la verticale dell’arco centrale. Mentre, invece, posta al disopra del portale e perfettamente in asse con lo stesso, è la splendida finestra attaccata quasi alla fascia di coronamento della facciata. Questa poi è costruita in pietra leccese per la parte inferiore e conci di tufo per quella superiore. Entrambi, il portale e il finestrone, sono del 1619 e sono riccamente ornati e intagliati. Tutto il resto è perfettamente lineare ed è appena alleggerito dalle finestre laterali e dalla balaustra del duplice ordine della torre quadrata campanaria che viene terminata, un po’ più tardi, nel 1683.
Interno
All’interno la volta, lunettata, solcata da eleganti cordoni, è possente e maestosa. Pregevole l’arco trionfale absidale che divide la lunga navata dal presbiterio e su cui lascia la sua firma nel 1616, a perenne ricordo della sua presenza a Galatina, il maestro costruttore Pietro Antonio Pugliese di Galàtone. La volta scarica il suo peso su delle grandi mensole, riccamente scolpite, che hanno anche la funzione decorativa di ritmare lo spazio delle pareti. Anche il ritmo spaziale della copertura del presbiterio è di grande respiro ed è arricchito dalla presenza, sulla parete di fondo, di un grande finestrone simile a quello della facciata.
Oggi la struttura tufacea è a vista. Le navate laterali sono a crociera e questa copertura è la più antica, risalente alle origini del ’500. Le due navate laterali sono divise da quella centrale dai muri che attualmente delimitano lo spazio della chiesa, sui quali sono stati sistemati gli altari.