Ubicazione
La chiesa, che affaccia su via Zimara, angolo piazza Galluccio, sempre nel centro storico, è stata sede di una delle più antiche confraternite del Salento e conserva ancora le tracce di antichi splendori. Si eleva austera verso l’alto, con una lineare facciata, quasi di fronte al complesso del monastero delle Clarisse, che sarà eretto di lì a non molto su quella stessa strada del centro storico. Questa verticalità della chiesa doveva apparire ancora maggiore, ed impressionare ancora maggiormente nel passato, allorquando tutta l’attuale piazza Galluccio non esisteva affatto e tutto il corrispondente piazzale era tappezzato delle tipiche basse costruzioni del centro storico, con la prospettiva di tale facciata dettata esclusivamente dalla larghezza di via Zimara. E’ certo però che in una prospettiva ancora più antica la facciata della chiesa era diversamente scandita da quel largo piazzale-giardino, antistante la chiesa, su cui venne impiantato poi tutto il complesso delle Clarisse.
Prospetto
La facciata, modesta, ad un solo ingresso sormontato da un arco contenente un pannello in pietra leccese, esente da partiture orizzontali, si adorna della elegante decorazione del portale. Due semicolonne ricoperte da sottili scanalature verticali sono sostenute da alti plinti scolpiti con motivi ornamentali. Dette colonne sostengono l’architrave ornato con intagli floreali, sul quale si possono ancora rilevare le seguenti epigrafi: IANVA CONSTRVCTA ETS (!) CHRISTICOLARVM SVFFRAGIIS PRIORATVM GERENTE FRANCISCO IMBINO ET MICHINO PAPADIA POMPEIO STASI OECONOMI COETERISQ. PIIS CONFRATRIBVS, sulla cornice superiore; FRATER QVI ADIVVATVR A FRATRE QVASI CIVITAS FIRMA ET IVDICIA QVASI VECTES CONFRATERNITATVM 1579, su quella inferiore. Sull’architrave è collocata una lunetta con la raffigurazione, in altorilievo, della Madonna della Misericordia, con il manto sorretto da due angeli. Una festone di testine di angeli sulla corona della lunetta e, ancora, un angelo a figura intera sulla destra, con cartiglio su cui si legge: NOS QVOQ. TE DEI PAPAM. Scandiscono la facciata due nicchie, appena accennate, ospitanti un tempo degli affreschi oggi illeggibili, e, collocato in asse con il portale, un finestrone su ci si legge: "Lodato sempre sia il nome di Gesù e della sua pia Madre"; accanto a quest’ultimo, ancora due finestre, anche se un po’ più piccole, per una maggiore illuminazione diurna dell’interno.
Interno ed Altari
Semplice anche l’interno, ad una sola grande nave, costituita da un solo ambiente, grande e modesto insieme. Entrando dall’ingresso della chiesa ci si ritrova immersi in esso e davanti, sul fondo, si apre un’abside sul cui arco è incisa la seguente iscrizione/preghiera: PURA PUDICA PIA MISERIS MISERERE MARIA.
La zona presbiterale della chiesa ospita cinque altari: l’Altare Maggiore che, con il titolo della Vergine della Misericordia, è collocato nella piccola abside ed è sormontato da una nicchia, in cui è posta la statua lignea della Madonna in atto di preghiera; ai lati di esso, ancora nell’abside, altri due altari un po’ più piccoli, con privilegio. Infine, sul fondo della navata, collocati in posizione angolare prima dell’abside, sempre nel presbiterio, gli altri due: l’altare della Crocifissione, con una seicentesca tela del SS. Crocifisso, donata nel 1633, collocato sulla destra della chiesa, in cornu epistolae; e l’altare della SS. Trinità, anche questo arricchito da una bella tela dello stesso soggetto, posto a sinistra, in cornu evangelii, eretto nel 1663 ed officiato dal sodalizio dei confratelli.
Tele
Oltre le due tele su menzionate, occorre ricordare qui, tra le grandi tele che costituiscono il ricco patrimonio della chiesa, le seguenti: la Natività, l’Adorazione dei Magi, la Purificazione di Maria–Presentazione di Gesù al Tempio, la Disputa con i Dottori. Tra quelle più piccole che ornano le pareti laterali, raffiguranti scene di vita mariana, le seguenti: Presentazione di Maria, Sposalizio della Vergine, Presentazione di Gesù, l’Assunzione al cielo, l’ Annuncio a Maria e l’ Immacolata. Rimane ancora da ammirare il grande affresco di Maria Assunta in Cielo, racchiuso nel grande ovale centrale della volta, autografo lavoro del gallipolino Agesilao Flora, alla cui base è posta oltre alla firma anche la data dell’esecuzione, con l’iscrizione "A. Flora 1897".
Da non dimenticare la teca con i flagelli dei confratelli.